M'ARID AL KITAB - esposizione del libro sulla cultura araba e sulla religione Islamica

9/10 Giugno 2012 - San Paolo d'Argon (BG)


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martedì 22 marzo 2011

fede e pazienza con il Decreto di Allah (parte seconda)


بسم الله الرحمن الرحيم

Abu Hurayra (radiAllah 'anhu) ha narrato che il Messaggero di Allah (sallAllahu 'alayhi wa sallam) disse: "Due (cose) si trovano tra gli uomini che equivalgono alla miscredenza: diffamare la discendenza degli altri e lamentarsi sul defunto."
[riportato da Muslim (67)]

Significato generale del Hadith

In questo Hadith, il Profeta (sallAllahu 'alayhi wa sallam) sottolinea che due caratteristiche uguali alla miscredenza saranno incessantemente proprie della gente; cioè diffamare la discendenza altrui e lamentarsi sulle afflizioni come segno di malcontento verso il Decreto Divino. Nessuno sarà protetto contro questi due peccati, tranne che con l'aiuto di Allah. Tuttavia, se un Muslim compie un'azione eqivalente alla miscredenza, egli non è considerato un miscredente fintanto che non compia un atto di vera miscredenza.

Pertinenza del Hadith al capitolo

Questo Hadith fornisce una chiara prova della proibizione di lamentarsi sul defunto, poichè esso è un segno di impazienza e malcontento verso il proprio destino.

Lezioni estratte dal Hadith

1) E' proibito lamentarsi sul defunto, poichè questa è una caratteristica equivalente alla miscredenza ed è considerato un peccato maggiore

2) E' obbligatorio per il Muslim essere paziente con le tribolazioni, poichè la proibizione di lamentarsi sul defunto implica l'obbligo della pazienza

3) Alcuni atti di miscredenza non comportano la propria esclusione dalle pieghe dell'Islam

4) E' proibito diffamare la discendenza altrui

[Shaykh Salih al-Fawzan - da "al-Mulakhas fi Sharh Kitab at-Tawhid" (breve commentario del libro del Tawhid di Shaykh Muhammad 'Abdul-Wahhab), capitolo 34, pag. 282]

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