M'ARID AL KITAB - esposizione del libro sulla cultura araba e sulla religione Islamica

9/10 Giugno 2012 - San Paolo d'Argon (BG)


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giovedì 1 ottobre 2009

la Conoscenza è Culto [16]


بسم الله الرحمن الرحيم

Il principio di tutti i principi menzionati in questo libro, nonchè il principio di ogni azione richiesta, è nella vostra comprensione che la conoscenza è culto. Alcuni studiosi hanno detto "La conoscenza è una preghiera riservata e il culto del cuore". Quindi la condizione del culto è:

Primo: sincerità di intenzione per Allah subhanahu wa ta'ala; dovuto al suo detto:

"Ed essi non furono comandati se non di adorare Allah, e non adorare nessuno se non Lui Soltanto (astenendosi dall'attribuire soci a Lui)..." [Al-Bayyina, 5]

Inoltre troviamo nel famoso hadith, che è stato narrato attraverso una sola catena sull'autorità del Comandante dei Credenti 'Umar ibn al-Khattab (radiAllahu 'anhu), che il Profeta (sallAllahu 'alayhi wa sallam) disse: "Le azioni non sono se non dalle intenzioni..."

Perciò se la conoscenza è priva di intenzione sincera, allora essa è trasformata dall'essere tra i più nobili atti di culto, ad essere una delle più basse forme di violazione e non vi è nulla che distrugga (la benedizione della) conoscenza tanto quanto riya' (ostentazione), che sia riya' di shirk o riya' di ikhlas [17] e anche tasmi' (ostentazione con l'intenzione di essere ascoltati); un esempio del genere è il musmi' (la persona che mette in atto questa azione) che dice: "Io conosco (questo e quello)" oppure "Io ho memorizzato (questo e quello)" etc.

Quindi, accettate di liberare voi stessi da tutto ciò che disonora la vostra intenzione di cercare (conoscenza), come l'amore per spiccare e superare i colleghi [18] e cambiare loro le cose per ottenere obiettivi (nascosti) e piaceri (terreni); come (cercare) ricchezza, gloria, fama (per mezzo della diceria), lodevolezza o intenzione di volgere la faccia della gente nella vostra direzione; per queste e altre cose simili che sono tali, che se disonorano la propria intenzione la corromperanno e la benedizione dalla conoscenza sarà perduta. Per questo motivo è incombente per voi, proteggere la vostra intenzione da tutte le tracce di cercare con la vostra conoscenza il piacere di altri oltre Allah, l'Altissimo, è anche incombente guardarsi dalle cose che portano a queste (cattive qualità).

Ci sono un numero di detti e di avvenimenti che ho menzionato all'inizio del primo capitolo del mio libro "at-Ta'alum" e vorrei anche aggiungere la precedente lista: la proibizione degli studiosi sulla questione di at-tubuliyat, che significa le controverse questioni che sono menzionate per ottenere fama. Si usa dire: "i tamburi vengono suonati per l'errore di uno studioso" [19] ed è stato narrato che Sufyan (ath-Thawri) (rahimahullah) disse: "Sono stato benedetto con la comprensione del Qur'an e quando ho rovesciato il borsello di soldi, essa (la comprensione) era stata portata via da me." [20]

Quindi tenersi saldi -che Allah vi ricopra della Sua Misericordia- al più affidabile appiglio (sincerità) che vi salverà da questi fatali difetti, diventando -insieme all'esercitazione di voi stessi per diventare sinceri- molto timorosi di qualunque cosa che la annulla (la sincerità) e dimostrando una grande povertà davanti ad Allah subhanahu, tornando a Lui sinceramente. E' stato narrato che Sufyan ibn Sa'id ath-Thawri disse: "Non ho curato nulla di più difficile della mia sincerità." E' stato narrato che 'Umar ibn Dharr disse a suo padre: "O padre mio! Perchè quando tu predichi alla gente, essi sono presi dalle loro lacrime e quando gli altri predicano loro, essi non piangono?" Quindi egli rispose: "O figlio mio! La donna privata che piange non è lo stesso della donna assunta per piangere (sul morto)." [21] Che Allah vi conceda prosperità nell'ottenere la giusta guida.

Secondo: la qualità completa che garantisce la bontà di questo mondo e dell'altra vita, è l'amore per Allah l'Altissimo e l'amore per il Suo Messaggero (sallAllahu 'alayhi wa sallam) e la loro soddisfazione seguendoli in maniera autentica e inseguendo le orme dell'infallibile (il Profeta, sallAllahu 'alayhi wa sallam).

Allah, l'Altissimo, ha detto:

"Dì: Se davvero amate Allah, allora seguitemi (e in cambio), Allah vi amerà e perdonerà i vostri peccati, e Allah è Perdonatore, Misericordioso." [Al-'Imran, 31]

Generalmente questo principio (è anche considerato) come la base di questo libro, e la sua posizione è quella di una corona su (semplici) vestiti.

Perciò, o voi che cercate (conoscenza)! Qui state sedendo con le gambe accavallate per la lezione e le vostre anime sono attaccate alla più preziosa delle cose (la ricerca della conoscenza), perciò consiglio me stesso e voi di temere Allah l'Altissimo, apertamente e in segreto; poichè in verità è lo strumento e l'approdo di tutta la virtù, il livello di lodevolezza, la fonte di forza, e l'ascensione del molto aspirato, e il più sicuro attacco dalle fitan (tormenti) per il cuore, così non diventa negligente di esso.

[16] Fatawa ibn Taymiyyah (10/11, 12, 14, 15, 19, 49-54), (11/314), (20/77-78)
[17] La differenza tra questi due, è che la prima categoria è quando una persona intraprende la ricerca della conoscenza o qualche atto di culto inizialmente per l'amore di compiacere gli altri, per ostentazione. Per quanto riguarda la seconda categoria, è un shirk minore rispetto al primo e accade durante l'atto di culto.
Adh-Adhakhirah di al-Qarafi (1/45) e fare riferimento allo splendido pezzo scritto da at-Tabari in Tahdhib al-Athar (2/121-122) pubblicato da as-Safa, Makkah
[18] Con l'intenzione di apparire con più conoscenza dei vostri fratelli o sorelle e sminuirli. Tuttavia se si è liberi da queste cattive intenzioni, allora è richiesto a chi cerca la conoscenza di sforzarsi e di competere con il suo fratello/sorella
[19] As-Sawarim wal as-Sinnah di Abi Madyan ash-Shinqiti as-Salafi, rahimahullah, vedere anche Sharh al-Ihya e Kunuz al-Ajdad pag.263
[20] Tadhkirat as-Sami' wal Muta'allim pag.19
[21] Al-'Aqd al-Farid di Ibn 'Abd Rabbihi

[Shaykh Bakr ibn 'Abdillah Abu Zayd - da "Le etichette della ricerca della conoscenza", pagg.18-21]

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