M'ARID AL KITAB - esposizione del libro sulla cultura araba e sulla religione Islamica

9/10 Giugno 2012 - San Paolo d'Argon (BG)


PER INFORMAZIONI SCARICA QUI IL VOLANTINO



domenica 27 giugno 2010

rompere le barriere tra il chiamante e la gente


بسم الله الرحمان الرحيم

Alcuni chiamanti sono condotti dal loro zelo e dal loro odio per il peccato a non visitare nè consigliare coloro che perpetrano il male. Questo è sbagliato; inoltre questo non è il percorso saggio da seguire. La direzione saggia da seguire è visitare, invitare, trasmettere, esortare e ammonire. E non dire, "Non è possibile per me sedere con questi malfattori." Se tu, come chiamante alla via di Allah, non vuoi sedere con loro, camminare con loro, o visitarli per invitarli alla via di Allah, allora chi si prenderà cura di loro? Uno che è come loro? O se ne prenderanno cura coloro che sono privi di conoscenza?

Uno che chiama alla via di Allah deve allenare se stesso e deve anche forzare se stesso, se lo necessita, ad essere paziente e a rompere le barriere che lo separano dalla gente, così che diventi in grado di trasmettere la da'wah a coloro che sono in bisogno di essa. Per quanto riguarda colui che diventa arrogante o superbo dicendo, "Se qualcuno viene da me gli trasmetterò la da'wah, ma se nessuno viene da me io non sono obbligato a trasmetterla a loro", allora egli sta agendo in opposizione al modo in cui il Messaggero (sallAllahu 'alayhi wa sallam) ha agito.

Uno che legge la storia conosce che, durante i giorni di Mina, il Profeta (sallAllahu 'alayhi wa sallam) si recava nelle dimore dei politeisti, invitandoli alla via di Allah (subhanahu wa ta'ala). E' riportato dal Profeta (sallAllahu 'alayhi wa sallam), che egli disse:

"C'è qualche uomo che mi conduca alla sua gente, così che possa trasmettere il discorso del mio Signore (Allah), poichè i Quraysh mi hanno impedito di trasmettere il discorso del mio Signore (a Lui appartengono la Forza e la Maestà)." [29]

Se questo era la via del nostro Profeta, il nostro ideale, il nostro Imam -Muhammad, sallAllahu 'alayhi wa sallam- allora diventa obbligatorio su di noi essere come lui nel compiere Da'wah alla via di Allah (subhanahu wa ta'ala).

[29] Riportato da Al-Tirmidhi (2925) nel capitolo 24. Egli disse, "Questo hadith è Gharib Sahih". Abu Dawud lo ha riportato (4734) in Al-Sunnah, nel capitolo "Nel Qur'an". Ibn Majah (201) lo ha riportato nel capitolo "Tra le questioni che i Jahimiya rifiutano". Al-Darimi lo ha riportato (3354) nel capitolo "Il Qur'an è il Discorso di Allah". Ahmad lo ha riportato nel suo Musnad (3/390) dal hadith di Jabir ibn 'Abdullah(radiAllahu 'anhu) e altri

[Shaykh al-'Uthaymin - da "Il risveglio Islamico", pag. 63]

Nessun commento: