M'ARID AL KITAB - esposizione del libro sulla cultura araba e sulla religione Islamica

9/10 Giugno 2012 - San Paolo d'Argon (BG)


PER INFORMAZIONI SCARICA QUI IL VOLANTINO



lunedì 18 ottobre 2010

il ritorno al Libro di Allah


بسم الله الرحمن الرحيم

I Musulmani non possono aderire al Libro di Allah a meno che prima si sforzino di contemplarlo e poi di applicare i suoi insegnamenti, poiché Allah (subhanahu wa ta’ala) dice:

“(Questo è) un Libro (il Qur’an) che abbiamo fatto scendere per te, pieno di benedizioni così che possano meditare sui suoi Versetti, e che gli uomini di comprensione possano ricordare.” [Sad, 29]

لِيَدَّبَّرُوا آيَاتِه

“Che possano meditare sui suoi Versetti” [Sad, 29]

Meditare sui versetti del Qur’an, porta alla comprensione dei suoi significati.

وَلِيَتَذَكَّرَ أُوْلُوا الأَلْبَابِ

“E che gli uomini di comprensione possano ricordare” [Sad, 29]

Al-Tadhakkur (possano ricordare) qui significa l’applicazione di ciò che è nel Qur’an.

Il Qur’an fu rivelato per il significato e la saggezza sopra menzionati. Se quello fosse il motivo per cui fu rivelato, allora ritorniamo al Qur’an, meditiamo sui suoi versetti, e poi applichiamo i suoi insegnamenti. Per Allah, è nel compiere questi passi che si ottiene la felicità di questo mondo e dell’Altra Vita. Allah (subhanahu wa ta’ala) dice:

“E chiunque segue la Mia Guida non andrà smarrito, né cadrà nell’afflizione e nel disagio. Ma chiunque si allontana dal Mio Ricordo (cioè questo Qur’an), in verità per lui vi è una vita di difficoltà, e lo resusciteremo cieco nel Giorno della Resurrezione.” [Ta-Ha, 123-124]

Quindi, non troverete qualcuno più sereno nella sua mente e più tranquillo nel suo cuore, del credente. Leggete, se volete, il detto di Allah (subhanahu wa ta’ala):

“Chiunque opera la rettitudine, che sia maschio o femmina, mentre egli (o ella) è un vero credente (del Monoteismo Islamico), in verità a lui daremo una buona vita (in questo mondo con rispetto, appagamento e lecita provvigione), e certamente pagheremo loro una ricompensa in proporzione al meglio che facevano (cioè il Paradiso nell’Altra Vita).” [An-Nahl, 97]

Cos’è la “buona vita”? E’ l’abbondanza di ricchezza? E’ avere molti bambini? Oppure è avere la sicurezza nella propria vita?

Per essere sicuri, la “buona vita” è avere un cuore allegro, sereno e soddisfatto anche se uno si trova nella più difficile delle circostanze. Il Profeta (sallAllahu ‘alayhi wa sallam) ha detto:

“Quanto è meraviglioso l’affare del credente, poiché l’affare del credente è buono nella sua interezza, e cioè (una qualità) che non è per nessuno eccetto il credente. Se egli è afflitto con una avversità, è paziente e ciò è meglio per lui. E se gli accade qualcosa di buono, egli è grato (ad Allah) e ciò è meglio per lui.” [3]

Quando un miscredente è afflitto da un disagio, è veramente paziente? No, piuttosto diventa triste e il mondo diventa ristretto per lui e, forse, egli può anche arrivare a togliersi la propria vita. Invece il credente è paziente e trova che dalla gioia della pazienza risultano tranquillità e appagamento. Questo è il motivo per cui la sua vita è una buona vita. Quindi, il detto di Allah

فَلَنُحْيِيَنَّه حَيَاة طَيِّبَة

“Daremo una buona vita”

si riferisce alla vita nel proprio cuore e nel proprio io.

Gli storici menzionano un interessante incidente nella vita di Al-Hafiza Ibn Hajr, rahimahullah. Egli era il Giudice dell’Egitto durante la sua epoca, e quando si recò al suo posto di lavoro, arrivò in un carro .. da cavalli o muli in una processione. Un giorno, passò da un Ebreo venditore di olio, ed era comune per un venditore di olio indossare abiti sporchi. L’Ebreo bloccò il processo e disse ad Ibn Hajr (rahimahullah): “In verità il vostro Profeta disse “Il mondo è una prigione per il credente e un paradiso per il miscredente”. Eppure tu sei il giudice dei giudici in Egitto, e sei in questa processione, in agio e comodità. E io sono qui, in questo stato di punizione e miseria!”

Al-Hafiz Ibn Hajr (rahimahullah) disse: “Se la situazione in cui sono è davvero uno stato di comodità e agio, allora è uno stato che è una prigione quando comparato all’agio (e alla comodità) del Paradiso. E la miseria in cui sei tu è il Paradiso quando comparata alla punizione del Fuoco dell’Inferno.” L’Ebreo disse: “Testimonio che nessuno ha il diritto ad essere adorato tranne Allah, e testimonio che Muhammad è il Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi wa sallam).” E così egli accettò l’Islam.

Perciò non importa quale sia la situazione, il credente è in un buono stato, poiché egli ottiene profitto in questo mondo e nell’Altra Vita. Dall’altra parte, lo stato del miscredente è davvero pessimo, poiché egli ha perso tutto il bene in questo mondo e nell’Altra Vita (cioè, anche se egli è benestante nel senso materiale, non otterrà l’appagamento e la tranquillità del credente in questo mondo; e per quanto riguarda l’Altra Vita, la sua dimora eterna è il Fuoco dell’Inferno).

Allah (subhanahu wa ta’ala) ha detto:

“Per Al-Asr (il tempo). In verità! L’uomo è in perdita, tranne coloro che credono e compiono le rette buone azioni, e raccomandano l’un l’altro la verità, e raccomandano l’un l’altro la pazienza.” [Al-‘Asr, 1-3]

I miscredenti hanno abbandonato la religione di Allah e si sono persi nelle loro avidità, nei loro desideri, e nei loro eccessi. Anche se uno di loro costruisce castelli ed è molto benestante nel mondo, in realtà egli è nell’inferno. Qualcuno dei nostri Pii Predecessori ha detto: “Se i re e i figli dei re avessero saputo ciò (lo stato) in cui siamo, ci avrebbero combattuti su di esso con le spade.”

I credenti trovano gioia e piacere nell’invocare Allah (subhanahu wa ta’ala) e nel ricordarLo, ed essi sono sempre contenti con il Decreto e il Pre Ordinamento Divini di Allah. Se sono afflitti con una avversità, essi sono pazienti. E se qualche benedizione accade loro, essi sono grati. Quindi, essi sono in uno stato di gioia, come opposto alla gente materiale, che Allah (subhanahu wa ta’ala) ha descritto come segue:

“Se viene data loro una parte di ciò, sono contenti, ma se non gli viene data, ecco! Essi sono furibondi!” [At-Tawba, 58]

Fratelli miei, il Libro di Allah è nelle nostre mani perché noi torniamo ad esso, per meditare sui suoi significati, e per poi applicare i suoi insegnamenti.

[3] Riferito da Muslim (2999), nel capitolo “L’affare del credente è buono nella sua interezza”, dal hadith di Suhayb (radiAllahu ‘anhu)

[Shaykh al-'Uthaymin - da "Il risveglio Islamico", pagg. 22-25]

Nessun commento: